Ritiro in fretta il bucato steso sul balcone, tra poco pioverà, l’aria sa già di terra bagnata. Ogni volta rimango incantata dalla distesa dei tetti delle case, dal Grattacielo, dalla torre del Carlo Felice… Genova da quassù, da questo piccolo terrazzino, è una distesa di tetti.
Immagino i caruggi brulicanti di gente, i ragazzi che si fanno i selfie dalla fontana in piazza De Ferrari, i gruppi di turisti al Porto Antico, gli scalini di San Lorenzo presi d’assalto dalle gite scolastiche. E scorgo la piccola porzione di mare che vedo da qui farsi via via più scura, rispecchiando la tonalità livida delle nuvole.
Le due del pomeriggio, ma dalla finestra entra poca luce. Il cielo sa di temporale. Vuole sfogarsi, l’aria è già troppo calda per essere appena il dieci di aprile.
Insonnolita da questo buio fuori tempo vado in cucina, ho voglia di un caffè. Come sempre passo davanti allo specchio finto antico del corridoio, come sempre mi guardo di sfuggita … Poi in modo più insistente, in quella mezza luce del primo pomeriggio che sa più di anticipato crepuscolo…
Mi ci fermo davanti, non so perchè, indugio di fronte al mio volto riflesso.
Passo veloce una mano tra i miei capelli che sono sempre in disordine, mi guardo ancora. Sì lo so alcuni sono diventati grigi. No, non li voglio tingere. Li voglio così, testimoni di vita. Invecchiati insieme a me, alle mie sensazioni, a quello che è stato. Con una mano mi sfioro la fronte, i segni lasciati dai miei pensieri, da quello che è stato, da quello che è sfumato. Poi scendo fino agli occhi… Sì sono io… quelle occhiaie sempre un po’ grigie…
Senza quasi accorgermi mi sfioro con la mano sinistra la pelle delle guance, poi passo al contorno della bocca, fino al mento… Sì sono io… con le rughe che increspano il sorriso, rimasto quello di sempre.
Sono io con quei miei occhi scuri sempre curiosi, avidi di immagini di vita, pronti a osservare il mondo attraverso il display della mia fotocamera digitale, attenti a scattare fotografie, mille diecimila centomila scatti, mille diecimila centomila emozioni attimi pensieri. Scritti con un clic, letti con gli occhi dell’anima.
Dimentico il caffè, il cielo viola si incupisce. Vado di là, accendo la piccola abat-jour sul mio comodino, apro l’armadio, cerco la scatola delle fotografie di quando…