Il Triangolo.


“Bleah!” – pensò, mentre il tipo veniva in bocca alla ragazza stesa per metá sopra di lei, grugnendo e agitandosi come un animale in calore, cosa che peraltro era. Ma lo schifo lei non voleva dimostrarlo, preferendo rimanere a succhiare uno dei bellissimi capezzoli come fosse un biberon e a muovere sapientemente le sue due dita profondamente inserite in quell’anfratto di piacere, a cui l’uomo aveva dedicato cosí poca attenzione, roteandole e carezzando l’interno umido e pulsante di quella dolce e bellissima ragazza, che ora stava ingurgitando lo sperma di lui, confidando che i deliziosi mugolii di piacere che emetteva fossero il prodotto delle sue dita e non dell’esito finale del pompino.

D’altra parte l’aver accettato di prendere parte alle performance sessuali di quella coppietta – lo sapeva sin dal primo momento – avrebbe comportato dei rischi. Soprattutto quello di trovarsi per caso, o per presunta sbadataggine, il pene del giovanotto infilato in una delle sue proibite aperture, cosa che, per fortuna, non le era capitata per quasi tutta la durata dell’incontro fino a quando il giovanotto lo aveva sfilato dal grondante fiore della sua ragazza ed era rimasto come congelato in una sorta di posa plastica, con l’attrezzo duro e lucido degli umori della sua bella a due centimetri dalla sua faccia, lasciando chiaramente intendere che voleva che glielo prendesse in bocca.
L’eventualità che il ragazzo se la prendesse a male e che, al punto in cui erano arrivati con le due donne avvinghiate in un bagnato 69, mandasse tutto per aria, era molto concreta perciò aveva ceduto, succhiandoglielo e leccandoglielo un po’ per poi afferrarlo alla base e ridirigerlo dentro il sesso grondante dell’altra che peró presto aveva dovuto trasferirlo in bocca per evitare spiacevoli conseguenze visto che il ragazzone sembrava deciso a prendersi il suo piacere senza curarsi troppo di darlo ad almeno una delle due…

Perché, una lesbica quale lei era, amante di belle donne altrettanto omosessuali ma anche non, era stata costretta ad assoggettarsi allo stereotipo di un triangolo? Be’, la ragazza sopra di lei era giovane, bellissima e – come aveva intuito – puttana al punto giusto. E tanto le bastava, avere l’occasione di poter godere del suo corpo, valeva anche l’eventualitá di vedere il loro campo di battaglia invaso da quella turgida e ingombrante protuberanza che, aggirandosi come un rapace sui corpi delle due donne, conduceva una lotta senza quartiere per conquistare tutti i boschetti e i fiori segreti che si agitavano e pulsavano innanzi agli stralunati occhi del ragazzo.

Il punto era che quella ragazza l’aveva accesa, aveva messo in moto meccanismi che da tempo non ricordava: un improvviso calore bruciante in mezzo alle cosce che, risalendo a velocità supersonica verso il cervello, la sferzava, la scuoteva, la liquefaceva, in ogni centimetro del suo corpo reso fremente dall’aspettativa e dall’immaginazione che cavalcava veloce come il vento ogni volta che con lo sguardo carezzava il suo corpo e le sue curve.

Li aveva incontrati in discoteca quella sera stessa, era scesa in pista dopo il terzo mojito, con l’intento di dimenarsi un po’, così, tanto per divertirsi a svelare il suo corpo fasciato nei mini-short e compresso dal corpetto a balconcino ai concupiscenti sguardi dei maschietti, che avrebbe inevitabilmente lasciato a bocca asciutta. In fondo la eccitava constatare quanto il suo flessuoso corpo maturo, non era piú una ragazzina e lo sapeva, slanciato e tonico, potesse attrarre i ragazzini, così come l’attirava l’idea di concedere loro un sogno, per quanto certamente irrealizzabile.

Mentre si agitava svogliatamente, visto che la musica non era travolgente e i tre mojto non sufficenti ad ignorarla, aveva avuto una visione. Li aveva visti. Lui, una montagna di muscoli priva di ogni grazia, che goffamente cercava di tenere il ritmo della musica, riuscendo solo a rendersi ridicolo. Lei, invece, una specie di dea che agitava sensualmente un corpo perfetto, poco celato dal suo cortissimo e trasparente vestitino bianco che riluceva alla luce delle strobo, in un modo che riconobbe immediatamente, giacché sembrava proclamare solo e soltanto lussuria, piacere e soddisfazione di desideri proibiti.

Dopo essersi avvicinata alla coppia, non volle sapere se era stato un caso o una conseguenza di un cenno d’intesa dei due, quando la mano di lui, nella ressa procurata da decine di corpi che sparavano feromoni a tutto spiano, si era adagiata sui suoi glutei alti e sodi e l’aveva palpeggiata a lungo. Stava quasi per mandarlo a farsi fottere quando incrociò lo sguardo complice di lei che pareva dirle di lasciarlo fare perché lei avrebbe saputo come ricompensare l’eventuale disagio che il suo compagno le stava provocando e lo avrebbe fatto volentieri dovunque avesse voluto.

Tornati al tavolo, sulla faccia da eterno bambinone di lui lesse la delusione, quando lei aveva dichiarato di essere lesbica convinta e di non gradire rapporti eterosessuali. Le sembrò che la serata stesse per andare a monte, ma solo per un attimo, poiché quella splendida dea le prese la mano e le disse: “Verresti a bere un drink da noi?” e quel drink ora lo stava bevendo direttamente dal menbro del suo ragazzone, stando attenta che neanche una goccia sfuggisse dalle sue labbra perfette mentre lei il suo lo aveva giá gustato prendendosi il dolce miele che era colato dopo aver usato la lingua e prima di sostituila con le sue lunghe dita, da quel perfetto fiore che era il suo sesso.

Adesso che il ragazzone si era svuotato, toccava a lei prendersi quel piacere che stava sognando e aspettando dall’inizio della serata e riportarsi completamente sotto la dea per finire quel 69 interrotto dalle voglie turgide del muscoloso animale da monta, che ora giaceva inerte sul letto. L’idea del suo bellissimo viso e della sua bocca ancora sporca del seme di lui stessero per affondare in mezzo alle sue cosce per cibarsi di lei poi la stava eccitando in maniera incontrollata, la sensazione di liquido piacere stava salendo oltremisura dentro lei e quando la lingua cominció a penetrarla per fermarsi decisa a stuzzicare il suo clitoride gonfio si sentí esplodere l’orgasmo senza riuscire a fermarlo, riuscendo a non gridare solo affondando il viso tra le sue dolci labbra perfettamente lisce e profumate dell’abbondante miele che continuava a colarle nell’interno delle cosce, un urlo soffocato anche mordendo il piccolo clitoride. Un morso che provoca anche nella bellissima ragazza un orgasmo immediato, e cosí, allacciate l’una nell’altra, lasciarono consumare le onde del loro piacere.

Tutto sommato era stata una serata interessante, come non le capitava piú da tempo, anche se comunque la geometria continuava a non interessarle cosí come non le interessava il sesso etero,
Certo che lasciando l’appartamento della coppia con lui ancora sdraiato da un lato del letto quasi addormentato e lei semiesausta dall’altro lato, un pensiero nasce nella sua testa, “Saranno anche piú giovani di me, ma non sono per nulla resistenti”, un sorriso sulle labbra e si allontana per tornare a cacciare…

20 pensieri riguardo “Il Triangolo.

  1. Ma WOW WOW WOW!!! La novella Anaïs Nin, signore e signori, è qui. Direi potente, incalzante, senza mezzi termini ed esclusione di colpi.
    Magicamente completato da una sensibilità, la tua, incredibilmente unica e affascinante è l’apoteosi della carnalità. Schietto, diretto eppure non volgare.
    Poveretto lui. Non ha proprio capito una mazza. Ma agli uomini capita spesso.
    Ti adoro.
    Pier☼

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    1. ti avevo detto che lo avrei fatto, dovevo solo trovare il tempo, sono soddisfatta del risultato peccato solo che l’editor di wordpress mi abbia abbandonato, non so cosa abbia il mio pc ma non riesco piú ad usarlo, quindi appena a casa dovró sistemare una cosa

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      1. Non avevo dubbi che tu mantenessi la parola. In ogni caso, credo che sia molto realistico.
        Ancora una volta i maschietti fanno una brutta figura. Ma se la meritano tutta.
        Un bacio grande a una donna splendida, dentro e fuori.
        Pier☼

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